😺 Gatto portafortuna giapponese - Manekineko Kiiro
Questo grazioso manekineko (招き猫), conosciuto come il "gatto che invita", è un portafortuna giapponese tradizionale. Realizzato in porcellana dipinta a mano, il gatto è decorato con vivaci macchie gialle e dettagli rossi che esaltano la sua espressione felice e accogliente. Con una zampa alzata, simboleggia l'invito alla fortuna e alla prosperità, ideale per chi desidera attrarre ricchezza o clienti in un'attività commerciale.
Il campanello dorato appeso al collo è un ulteriore simbolo di buona sorte, mentre il suo design minimalista e tradizionale riflette l'estetica giapponese. La statuetta è accompagnata da una targhetta di legno (木札, kifuda), finemente incisa con caratteri kanji che confermano la sua autenticità e il significato beneaugurale.
Questo manekineko è un regalo perfetto per amici o familiari, oppure un'aggiunta affascinante alla propria casa o negozio, per mantenere viva una tradizione millenaria. Posto su una mensola o vicino all'ingresso, diffonde un messaggio di positività e accoglienza, rappresentando un autentico pezzo di cultura giapponese (日本文化).
Provenienza Prefettura di Osaka.
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Gatto portafortuna giapponese - Manekineko Kiiro
Descrizione Articolo
- MATERIALE: porcellana
- MISURE: altezza 7.5 cm, larghezza 5 cm, profondità 4.5 cm
- CONDIZIONI: nuovo
- PROVENIENZA: Giappone
Un pò di storia...
C’era una volta un tempio, chiamato Tempio di Gotoku, situato in un quartiere povero di Edo(oggi Tokyo). Era un tempio malandato e trascurato; il salone principale era privo di splendore e il suo altare era ridotto a un semplice pezzo di legno.
All’interno di questo decadente edificio un monaco tre volte al giorno, rivolto verso l’altare, pregava col capo rivolto verso terra e recitava preghiere dopo preghiere. Il monaco non aveva mai perso la speranza che quel luogo potesse ritornare all’antico splendore, e pregava di poter trovare fondi a sufficienza per poterlo restaurare.
Una sera mentre il monaco si apprestava a cucinare, notò un gatto seduto all’ingresso. Ebbe pietà dell’animale e divise con lui la sua cena. Quando finirono il gattino miagolò come per volerlo ringraziare e cominciò a fare le fusa. Da quel giorno, ogni sera il gatto tornava dal monaco che divideva con lui la sua cena.
Una sera, abbattuto per le disastrose condizioni del tempio, disse al gatto: “ah se solo fossi un uomo e non un gatto, forse potresti essermi più di aiuto”! Il gatto lo guardò, strofinò la testa e rispose con un dolce “miao”!
Poco dopo si scatenò un violento temporale e in quelle vicinanze un ricco feudatario e i suoi samurai stavano cercando riparo dopo una battaglia a Osaka. Nel bel mezzo della pioggia, Naotaka, il ricco feudatario, vide il gattino che alzava la zampa come se volesse salutarlo; Naotaka lì per lì si stupì nel vedere un gattino stare fuori in mezzo ad una tempesta, così si avvicinò al micio. Mentre si chinava il gatto si allontanò un pò come per intimargli di seguirlo fino a che non lo portò al tempio di Gotoku dove c’era ancora il monaco che si stava riparando.
Il monaco vedendo il feudatario e i suoi uomini gli offrì riparo e un posto vicino al fuoco. Naotaka rimase molto colpito dalla gentilezza del monaco tanto che decise di restaurare quel tempio e farlo diventare il suo tempio di famiglia. Da quel giorno quel luogo prosperò e portò a molti tanta fortuna. Nessuno di loro potè mai dimenticare quella notte: il gatto aveva guidato Naotaka e i suoi uomini verso un rifugio sicuro ed aveva fatto si che venissero esaudite le preghiere del monaco.
Quando alcuni anni dopo il gattino morì, il monaco gli eresse una statua in suo onore che lo raffigurava con la zampa alzata mentre saluta e lo posizionò nel giardino del tempio.