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Immagine del redattoreSakurasan

14: Kanazawa - La piccola Kyoto

Kanazawa (金沢) è spesso chiamata la “piccola Kyoto” ed è facile essere d’accordo con questa definizione: possiede uno dei giardini più belli del Giappone, il Konrakuen, oltre a musei e quartieri tradizionali di geisha e di samurai.


Incastonata tra il mare e le Alpi giapponesi, a due ore di treno da Kyoto e a quasi tre da Tokyo, visitando Kanazawa si avverte di camminare per strade che hanno conservato l'antico fascino del Giappone feudale dove sono ancora presenti botteghe artigianali che mantengono le tradizioni giapponesi. Venite a scoprire alcuni vicoli nascosti e un tempio meno conosciuti dai percorsi turistici.



Higashi Chaya

東茶屋街, Higashi Chaya-gai è un'area storica di Kanazawa rimasta ben conservata, con molti edifici tradizionali in legno.


Meglio conosciuto come “quartiere delle geisha di Kanazawa” in realtà il nome Higashi Chaya-gai significa letteralmente “quartiere orientale delle case da tè”. Sin dal Periodo Edo i clienti benestanti come nobili e ricchi mercanti erano intrattenuti dalle geisha con musiche tradizionali e balli.


In passato c'era un gran numero di chaya sparse nel centro di Kanazawa ma nel 1820 furono spostate in veri e propri quartieri del divertimento.

Ci sono ancora tre distretti di questo genere ben conservati: Higashi Chaya-gai, Nishi Chaya-gai e Kazuemachi.


Vicino al fiume oltre a tipici ristoranti trovi uno scorcio lontano dai percorsi turistici che ti permette di ammirare le abitazioni e i vicoli nascosti che percorrono le geisha spostandosi da un okiya ad una casa da tè.


SAMURAI

Ci spostiamo ora a Nagamachi (長町) che era il quartiere dei samurai della città, qui con le loro famiglie vivevano legati al clun Maeda, che a lungo ha governato la regione. L'area risulta ancora è ben conservata e appare così com'era in età feudale, con stretti vicoli lastricati di pietra e delimitati da muri di cinta costruiti in maniera tradizionale, in fango e con tegole alla sommità.


Ogni inverno le mura vengono ancora rivestite da stuoie di paglia (komo) per evitare i danni che gelo e neve farebbero attaccandosi alle pareti di terra.

Le strade sono a forma di T e L con vicoli ciechi a scopo di difesa, così da contrastare i tentativi di fuga dei nemici.


Dei canali costeggiano ancora oggi le abitazioni del quartiere. Anche questi erano utili per una prima difesa dell'area residenziale, contro i frequenti incendi, come via di trasporto per le merci verso il vicino Castello oltre che per fornire acqua alle case.


Casa del Samurai Nomura

Alcune delle residenze sono restaurate e aperte al pubblico, la più famosa e meritevole di visita è la casa della famiglia Nomura.

Nomura-ke era la residenza della famiglia Nomura, samurai di alto rango che servirono la famiglia Maeda dal XVI secolo fino alla fine del Periodo Edo, a metà del XIX secolo.


È una residenza ricca con un magnifico giardino. All'interno ci sono numerosi cimeli di famiglia, manufatti storici e oggetti d'antiquariato. Anche se parte della casa non è originale ma proviene da un'altra città, è sicuramente da non perdere se visiti Nagamachi.


Il tempio Daijoji

Introdotti dai nostri amici MARTINA E il quasi monaco RIUKI entriamo al tempio ZEN Daijo-ji situato verso Nodayama. Costruito nel 1262, è stato trasferito alla sua posizione attuale a metà del seicento.


L’entrata del tempio conduce successivamente a una sala che ospita un Buddha, e collegate da un corridoio interno ci sono una cucina, una sala di meditazione e una sala di lettura. Questo tempio è ancora un luogo in cui monaci buddhisti applicano l’ascetismo ovvero la rinuncia a sé ed un estrema austerità.


Il tempio è aperto al pubblico ed è possibile frequentare dei seminari sulla meditazion zen, che si svolge ogni mattina alle 4:30.

Inoltre ogni domenica alle 13:30 potete unirvi al nostro amico Riuki, ad ascoltare il messaggio di un monaco ed immergervi in un percorso meditativo.


Qui si respira la pace della natura, il profumo del legno levigato a mano, l'incenso delle preghiere e i rintocchi delle campane suonate dai fedeli ci riportano indietro nel tempo.


 

Ci vediamo alla prossima...


Matane! A presto

Con affetto

I Sakurini

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